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dialogando sul diabete il blog di Ennio Scaldaferri

Il Diabete gestazionale: che cosa succede all’annuncio che serve una cura con l’insulina?

Posted on | luglio 30, 2011 | No Comments

Riprendo il precedente articolo. Il GDM è la complicanza medica più frequente in gravidanza: tuttavia l’avere questa informazione per una donna incinta non è di gran conforto allorché le viene comunicato la presenza di questa alterazione, per cui uno stato di ansia è più che giustificato.

Ma se poi, come spesso accade, questa condizione progredisce e – innalzandosi la glicemia verso valori che fuori della gravidanza non comporterebbero alcuna terapia, ma che in gravidanza assumono ben altro significato – si rende necessario un trattamento con iniezioni d’insulina, ebbene, questo fatto mette in crisi profondamente, in genere anche, e forse più, chi accompagna la gestante (che è per lo più il partner, qualche volta la madre).

Si ha come un immediato rifiuto, scatta una difesa notevole, nel migliore dei casi un preoccupato velo di tristezza, come una cappa, scende sulla donna o sulla coppia: per quanto essa possa essere matura, colta, consapevole e informata. E l’accompagnatore spesso non è di aiuto, anzi sbanda pericolosamente come se dovesse difendere la compagna dalla proposta terapeutica del diabetologo, rischiando di precipitare la situazione.

E ciò nonostante le spiegazioni date, per quanto hai illustrato i meccanismi e i motivi di quello che succede, per quanto, accanto ai rischi, hai dato subito delle rassicurazioni precise e insistenti sul buon esito della gravidanza se si interviene oculatamente, per quanto l’informazione della necessità di terapia con insulina l’hai porto con delicatezza e dopo un lungo o più colloqui.

Ma perché, ti senti chiedere, ma è proprio necessario, non possiamo aspettare un altro po’? Eppure quei punti li avevi appena illustrati e ti eri in particolare soffermato sul fatto che la gravidanza dura solo qualche mese e non c’è proprio il tempo di aspettare “per vedere quel che succede”. Perché quel che succede può essere un danno non lieve per madre e bambino.

Per carità, non fraintendetemi, non sto criticando quanto accade, poiché sono convinto che si è veramente di fronte ad una reale sofferenza e a una grande preoccupazione cui si può rispondere solo con disponibilità al colloquio, ma indispensabile solidale fermezza: descrivo queste situazioni immaginando che possa essere utile.

E’ vero anche che le reazioni sono le più varie, dall’accettazione decisa benché sofferta alla crisi transitoria e alla fuga vera e proprio: siamo difatti in un campo in cui alcuni aspetti non sono del tutto definiti, la modalità d’intervento è in parte affidata all’esperienza ed alla cultura specifica del diabetologo, tal che puoi sempre trovare chi ti dica.”… ma sì, in fondo non è necessario, aspetta e vediamo… io a mia moglie non lo farei..!”.

Ma perché queste reazioni così marcate? Sono comprensibili e giustificabili? Che cosa fa che ci sia una “Terror Reaction” piuttosto che una “Nonchalant Reaction to the Diagnosis of Gestational Diabete” (L.L. Exelbert – Clinical Diabetes • Volume 26, Number 4, 2008)? Quale l’iter da seguire nel GDM? Come modulare l’intervento diabetologico?

(continua)

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