A Comparison Between a “Terror” Reaction and a “Nonchalant” Reaction to the Diagnosis of Gestational Diabetes (LL Exelbert, Clinical Diabetes,2008)
Posted on | agosto 23, 2011 | No Comments
Il titolo di questo mio articolo è mutuato da un lavoro pubblicato su una importante rivista di Diabetologia pratica dell’American Diabetes Association (ADA), che è forse la più potente associazione scientifica per lo studio del diabete.
In tale lavoro vengono illustrati due casi clinici esemplificativi del Diabete Gestazionale (GDM), con breve descrizione e ,a chiusura, alcune importanti considerazioni.
La pubblicazione è del 2008 e quindi è recente, ma, come spesso succede in medicina, per certi versi è “vecchia” essendo cambiate da pochi mesi le linee guida del GDM; è cambiato come porre diagnosi, quando esso va ricercato, i valori da ottenere con la terapia, l’importanza che esso riveste: nella scheda tecnica sul GDM, pubblicata in questo blog, troverete illustrati questi punti.
Nondimeno la pubblicazione cui mi riferisco è davvero chiarificatrice e quindi val la pena leggerla; inoltre ciò che è scritto è tuttora valido con l’esclusione della modalità di diagnosi che è del tutto cambiata (non si usa più il minicarico, ad esempio); se vogliamo oggi bisogna, rispetto a 3 anni fa, essere ancora più severi.
Opportunamente modificata e semplificata riporto la traduzione dell’articolo in questione:
Confronto fra una reazione “atterrita” e una reazione “nonchalant” di fronte alla diagnosi di GDM: 1° caso
Presentazione :
Ad una donna gravida di 30 anni, che chiameremo Egidia per semplicità, viene prescritta una curva glicemica da carico di glucosio per bocca (OGTT) nel dubbio di diabete gestazionale (GDM), perché negli esami di routine la glicemia era risultata alterata. Non essendo successo nella precedente gravidanza la cosa la preoccupava molto.
L’esame confermò il sospetto di GDM (2 valori su 4 oltre il valore soglia, ma con glicemia di partenza normale) e la signora, nonostante la normalità di tutti gli altri parametri clinici e di laboratorio, ne fu atterrita; addirittura si angosciò quando il suo medico decise di inviarla ad un centro specializzato nel seguire la gravidanza ad alto rischio.
Qui, lo specialista come sua consuetudine informò accuratamente Egidia sui rischi di questa alterazione. Le spiegò in cosa consisteva il GDM, che cosa poteva comportare (rischio di macrosomia fetale, di ipoglicemia neonatale, di parto anticipato e di taglio cesareo, di dover fare insulina nel prosieguo della gravidanza, ecc.) e aggiunse che in una eventuale susseguente gravidanza quasi sicuramente il GDM sarebbe ricomparso. La signora fu inserita in un programma di accertamenti da fare verso la fine della gravidanza, le fu insegnato a controllare la glicemia a casa, a segnare e inviare i dati per fax settimanalmente. Inoltre le fu modificata l’alimentazione con limitazione degli zuccheri semplici e della calorie totali.
Egidia, letteralmente terrorizzata, lasciò lo studio in lacrime, comunicò a suo marito che il bambino era in grave pericolo, che mai più avrebbe affrontata un’altra gravidanza e che avrebbe avuto bisogno di aiuto in casa per la possibilità che il bambino fosse macilento e oltre tutto avrebbe potuto ammalarsi di diabete…
“Terror” Reaction, dunque: ma lo specialista nulla di ciò che Egidia riferì al marito aveva detto.
Viene da chiedersi:
E’ la signora eccessivamente preoccupata e suggestionabile o lo specialista non è stato chiaro ed ha calcato troppo la mano sui rischi?
Quanto dunque bisogna dilungarsi nelle spiegazioni? Cosa è giusto dire?
Beh, non è facile. L’informazione va certo diluita nel tempo, adeguata alla cultura della donna e del compagno, alla situazione psicologica del momento, ecc.
E nondimeno… succede che… (Continua)
A Comparison Between a “Terror” Reaction and a “Nonchalant” Reaction to the Diagnosis of Gestational Diabetes LL Exelbert, RN, MS, CDE, BC-ADM -Clinical Diabetes 2008
Tags: ADA > diabete gestazionale > insulina > ipoglicemia neonatale > macrosomia fetale > parto anticipato
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