Raccontando Latronico, il Paese dove si scrive
Posted on | ottobre 20, 2012 | No Comments
Accennai, nel mio precedente articolo scritto durante le vacanze estive trascorse a Latronico, mio paese di origine, che qui vi è più di uno scrittore che ha pubblicato lavori di rilievo e nei campi più vari.
Ma debbo ricordare che vi è anche una esposizione permanente di un nostro artista, purtroppo spentosi prematuramente,
ricordato dal sito di una associazione culturale alla cui galleria val la pena di dare una attenta occhiata.
Preannunciai che avrei pubblicato – ma non sono finora riuscito a farlo – un commento di due lavori, opera di persone che conosco molto bene per essere cresciuti nello stesso paese, la cui lettura mi aveva piuttosto intensamente coinvolto per vari motivi:
essi raccontano la loro vita ed il mondo circostante con i problemi più vari; ora, quello che succedeva toccava anche me che pur non vivendo stabilmente a Latronico vi tornavo spesso.
Mi sono chiesto come vedevo quei problemi, se me ne accorgevo e come li consideravo rispetto a come oggi li vedo nel racconto degli autori.
Insomma, che facevo e che pensavo allora mentre quegli eventi si succedevano?
Le riflessioni che ne sono scaturite sono state per me complesse e mi hanno impegnato molto nella stesura dei commenti che mi ero ripromesso di pubblicare; è questo il motivo del ritardo e per cui non ho scritto neanche di medicina.
Non potevo difatti limitarmi al solito commento elogiativo. La verità è che molti aspetti mi allontanano dal pensiero degli Autori i quali peraltro portano importanti testimonianze delle immense problematiche del paese nel periodo di riferimento.
Nell’assoluto rispetto di queste due persone che stimo, cui sono profondamente affezionato, ho cercato di coniugare la descrizione di ciò che per me è forse eccessivo nei loro scritti, per come la pensavo allora e per quel che con gli anni ho maturato, con quello che di grande interesse essi contengono.
Non è stato semplice; vi ho impiegato tempo, ma spero di esserci riuscito.
Presenterò il mio commento nei prossimi due articoli: sul lavoro di Albino [1], mio compagno di giochi, geometra poi e “politico” nello stesso tempo, e di Egidio [2], appena più giovane, la cui strada non si è mai incrociata con la mia, purtroppo, “aggiustatore meccanico” e poi imprenditore.
[1] Albino Rossi. “il mio lungo cammino: dal socialcomunismo verso l’amore universale” – Creged ed. 2011.
[2] Egidio Falabella. “La fede a piedi nudi” – Zaccara ed. 2010.
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