Iniezioni d’insulina in quantità in cambio di prelibati spuntini… a gogò!
Posted on | febbraio 24, 2013 | 4 Comments
“Dottore, non mi tolga l’insulina, la preferisco alle pastiglie!” mi scongiura, sornione, un distinto signore.
Non ci crederete, ma questa è proprio l’implorazione che mi rivolge il nostro famoso paziente degli spuntini: per la cura del suo diabete preferisce continuare a fare le punture d’insulina più volte al giorno, piuttosto che assumere comodamente pastigliette per bocca!
In tanti anni che faccio il diabetologo mai mi è stata rivolta una simile richiesta, poiché nessuno vuole curarsi con delle iniezioni, magari più volte al giorno, se può farne a meno.
Beninteso, nei pazienti con il diabete il cui stadio clinico è la ”insulino – dipendenza”, la cosa non è in discussione, perché in questi casi la terapia con insulina è indispensabile per vivere. Ma nei soggetti con Diabete di tipo 2 (DMT2) con obesità cui per qualche motivo tale terapia viene suggerita, questa non sempre è veramente indispensabile.
Perché allora essa viene consigliata? Al di là di particolari situazioni a una persona con DMT2 in sovrappeso il suo uso viene proposto perché vi è in uno stato di scompenso cronico, tal che i farmaci presi per bocca non bastano più. Un’attenta cura con insulina, associata ad un altrettanto attento stile di vita, in genere fa sì che si possa, dopo un periodo, riprendere a curare il diabete con farmaci per bocca con buon risultato.
Ma è proprio questo il punto: lo stile di vita, quell’alimentazione parca che prevede il soddisfare la “gola” solo ogni tanto (aggiungo: sacrosanto) non disgiunta da una serena attività fisica, è la chiave perché un DMT2 in sovrappeso non faccia uso, se non eccezionalmente, dell’insulina e, se costretto a farla, ritorni poi alle pastiglie.
Ebbene, il nostro amico ha scoperto che con un sapiente uso di piccole e ripetute dosi d’insulina può abbastanza impunemente soddisfare la sua ghiottoneria con i più vari stuzzicanti spuntini, senza pagare lo scotto di una dannosa iperglicemia.
In altri termini ha imparato il rapporto che c’è fra introduzione di cibo e quantità di insulina da somministrarsi: in questo modo tiene sotto controllo la glicemia ottimamente.
Potrebbe fare lo stesso con le pastiglie? Purtroppo no, o non con tanta libertà.
Punture d’insulina o rinunciare alle leccornie fuori pasto? Questo è lo shakespeariano dilemma di fronte al quale il nostro amico non ha avuto alcun tentennamento: punture d’insulina a profusione e prelibati bocconcini a gogò!!
Tutto fila liscio, allora? No, evidentemente, perché il nostro così facendo cresce di peso a vista d’occhio; ma bisogna capirlo: così com’è occupato a preparare intingoli, da dove lo prende il tempo per dedicarsi alla attività fisica?
Suvvia, siate comprensivi, voi che la gola non sapete cosa sia!
Ed essere comprensivi qui è giusto, perché al di là della facile ironia, credo che dobbiamo apprezzare l’assennatezza di questo paziente che, pur non potendo fare a meno degli abusi, e questo è un fatto personale che non abbiamo alcun diritto di biasimare, ha saputo trovare il modo per diminuire il danno, poiché almeno in iperglicemia non va.
E ci lancia un importante messaggio: se fai l’insulina sei più libero di mangiare. Di sicuro ha letto una delle più popolari guide sul diabete, quella della Joslin Clinic, certo… reinterpretandola.[1]
[1] Tratto da una guida famosa e popolare: ”… il messaggio importante è che, con una corretta educazione e nel contesto di una sana alimentazione, una persona con diabete può mangiare tutto quello che una persona senza diabete mangia…”
Tags: conta dei carboidrati > cura del diabete di tipo 2 > Joslin Clinic > rapporto carboidrati insulina > spuntino > stadio del diabete
Comments
4 Responses to “Iniezioni d’insulina in quantità in cambio di prelibati spuntini… a gogò!”
Leave a Reply
marzo 10th, 2013 @ 17:00
Vorrei sapere cosa ne pensa dell’imperversare dei mille programmi culinari italiani e, in particolare, dell’ultima sit-com italiana che parte dalla nobile intenzione d’”insegnare” (?!) a mangiare bene:
http://www.corriere.it/salute/nutrizione/13_marzo_10/educazione-alimentare-attenti-al-cibo_ea61de0c-8997-11e2-9abc-68ed907a89d3.shtml
aprile 14th, 2013 @ 13:01
Vorrei porre alla sua attenzione il seguente titolo culinario “le mie ricette in 15 minuti di Jamie Oliver.
Il noto cuoco inglese , da sempre battagliero contro l’uso del junk food, ha raccolto ricette appetibili da realizzare in 15 minuti, Jamie Oliver, prova con il suo libro a dire che si può mangiare bene cucinando in poco tempo e avendo cura di cosa si mangia (il libro oliver ha un’accurata appendice con riferimenti alle sostanze utilizzate e all’apporto calorico delle ricette). Lei cosa ne pensa?
aprile 22nd, 2013 @ 09:31
purtroppo non ho Sky e quindi non posso vedere il programma che si cita nel link. Comunque vi sono alcune regolette base che possono guidare quando consultiamo dei siti o vediamo un programma: quanta pubblicità c’è? Un sito o blog medico non ha sulle sue pagine alcuna forma di pubblicità. Ho visto poi le indagini fatte in alcuni programmi cosiddetti anti-aging e debbo dire che ci sono risvolti appropriati, altri del tutto pleonastici, perché è sufficiente la clinica. Indagini sofisticate non sono sempre corredate da riferimenti bibliografici: questo è un altro punto chiave, in quanto qualsiasi proposta di indagine o qualsiasi terapia o suggerimento anche dietetico deve far capo a lavori scientifici dimostrativi. NON BASTA dire “io ho lavorato qui o là e pertanto so”. Non so i costi, ma programmi complesso o ridondandi non possono essere rivolti estensivamente alla popolazione e finiscono per essere elitari.
aprile 22nd, 2013 @ 10:42
Se le ricette sono corredate dall’apporto calorico allora la cosa può essere interessante. Io purtroppo non so cucinare né in 15 minuti ne in tre ore… ma mi procurerò l libro e leggerò. Chissà che non ci siano dei lettori che possano aiutarci nel giudizio.