Dislipidemia borderline: ancora una precisazione.
Posted on | gennaio 31, 2011 | 8 Comments
Ho accennato a quanta confusione può generare un termine usato impropriamente in medicina.
Sarebbe bene, perciò, dare un’occhiata alle Schede mediche di questo Blog. Alcune di esse sono proprio dedicate al colesterolo, ai trigliceridi, ai lipidi o grassi e lì si trovano le informazioni che bisogna avere, che tutti dovremmo avere.
Rivediamo ora l’uso del termine borderline. In medicina esso viene riferito a qualche alterazione che non è ancora del tutto manifesta. Insomma, c’è e non c’è. Si usa molto per indicare i valori di pressione del sangue, quando li troviamo una volta appena sopra i valori normali e la volta dopo invece proprio giusti.
Attenzione, non è l’ “IPERTENSIONE”, intesa come alterazione patologica, che è borderline: sono i valori della pressione ad essere borderline, come dire talvolta un po’ alti e talaltra normali.
E per la DISLIPIDEMIA? Con questo termini indichiamo un’alterazione dei lipidi (grassi) del sangue dovuta a cause varie, spesso genetiche, che comporta valori anomali di alcune delle varie frazioni lipidiche – quali il colesterolo totale o il colesterolo buono (HDL) o quello cattivo (LDL) – e che può avere gravi conseguenze per la salute di chi ne sia affetto.
E’ compito del medico, con attenta valutazione, dire se quel paziente ha o non ha una dislipidemia: se questa c’è, allora va ad essa data un nome preciso, va definita, “qualificata”. Se non c’è, il discorso è chiuso.
Se c’è, le frazioni lipidiche possono essere variamente alterate: possono essere molto alte, solo alte, o anche borderline alte ecc. Ma il termine borderline lo usiamo per indicare solo un certo valore delle frazioni, non per definire la dislipidemia. Così, il colesterolo totale è borderline alto quando è fra valori di 200 e 239 mg dl.
Attenzione, però, attenzione ed ancora attenzione per favore: dire che il colesterolo è borderline alto (valori tutto sommato appena alti) sul piano della sua pericolosità per la salute delle nostre arterie non significa proprio niente.
Ma è importante:
- conoscere il tipo di dislipidemia, che può essere più o meno aterogena, cioè pericolosa per cuore e arterie e cervello;
- conoscere la coesistenza o meno di alterazioni di altre frazioni lipidiche;
- conoscere il numero di fattori di rischio che una persona ha.
Vedete quante implicazioni? Vogliamo fare un esempio? Beh, la prossima volta esemplificheremo. Intanto pensiamoci…
Tags: borderline > colesterolo > dislipidemia > ipertensione > lipidi > trigliceridi
Comments
8 Responses to “Dislipidemia borderline: ancora una precisazione.”
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febbraio 6th, 2011 @ 15:57
Per oggi mi solo letta la scheda relativa al diabete e mi basta. Con un po’ di coraggio leggerò anche le altre. (Purtroppo la convinzione illuministica che conoscere il bene è sufficiente per perseguirlo non è esatta).
Mimma
febbraio 9th, 2011 @ 22:25
già, ma forse il bene non è “unico”, puntiforme…Comunque lascio volentieri che a commentare siano altri lettori…
febbraio 9th, 2011 @ 22:59
Caro Ennio,
grazie per queste belle pagine. La prevenzione e la ricerca della salute, come ti ho detto prima, deve essere un diritto/dovere del cittadino. Totalmente dimenticato dalle istituzioni, molto spesso…. Grazie davvero, per quetso lavoro che cercherò di diffondere tra i miei amici.
marzo 14th, 2011 @ 14:47
Ciao Ennio,
ho guardato il sito.
E’ di facile consultazione, soprattutto per le persone interessate alla tematica.
Ho trovato interessanti le Schede Mediche che danno un primo approccio al profano
per avviarsi ad una prevenzione.
L’interazione fra gli utenti mi lascia un po’ perplesso anche perche’ mi pare vi sia
una password di entrata con una login (gruppo di discussione?).
Non ho esperienza di altri siti di medici ma ti auguro buona fortuna con questa tua esperienza, che so essere molto faticosa nella gestione e manutenzione.
marzo 14th, 2011 @ 14:49
In realtà l’area privata non è attiva, perchè di gestione troppo complessa. Chi vuole, può partecipare alla discussione inviando un commento ad uno dei tanti articoli: questo permette di far partecipi tutti di una speigazione ad un problema che anche altri hanno. Naturalmente per chi non vuole, non metto il nome dell’inviante. Questo forse debbo farlo capire. Ma abbiamo appena cominciato…
maggio 8th, 2011 @ 21:11
Ecco, ci risiamo.
Con la storia che il colesterolo è “un po’ di colesterolo” e che poi tanto è così di famiglia nel turno odierno di Pronto Soccorso ho valutato e poi ricoverato in neurologia un paziente con con un attacco ischemico transitorio, per intendersi un piccolo ictus che si risolve da sè. Che si risolve, certo. Ma che ci dice che ormai qualcosa si è rotto e per ora ci è andata bene.
Peccato che… Potevamo probabilmente mettere le mani avanti per tempo.
Un bel signore, un sessantacinquenne non certo sportivo, ma in ottime condizioni. Che da anni ha quelle macchioline sopra le palpebre, che anche in passato il medico gli ha fatto togliere da un dermatologo. Peccato che… quelle alterazioni della cute non sono un antipatico inestetismo, quanto degli xantelasmi… “xante…cosa?” mi chiede il paziente. E gli spiego: sono lesioni dovute al colesterolo alto! “ah, dottore, ma il mio medico li spiega con il fatto che ho un po’ di colesterolo, ma dice che è di famiglia, quindi inutile prendere medicine”. Appunto. Inutile prendere medicine. Poi, dopo l’ictus, puoi mettere solo una pezza, il danno è fatto!
maggio 9th, 2011 @ 21:20
Aggiungo al post precedente: lo stesso paziente, una volta rilevati dei parametri, come la pressione e la glicemia, aveva, sapendolo, anche un po’ di glicemia, che anche quella era proprio un po’, e un po’ di pressione, ma proprio poca poca.
maggio 17th, 2011 @ 09:05
Grazie Luca per la tua preziosa testomonianza che spero proprio possa essere utile a molti.
Oggi vi è un gran numero di persone che riceve un trattamento anti-dislipidemia abbastanza adeguato: purtroppo si tratta di persone che spesso hanno già avuto un accidente cardio-vascolare, quando cioè è tardi, come questo distinto signore cui accenni e che certo ora sarà curato come si deve: dopo l’ictus, appunto.
E’ la gran massa di persone che sta bene e che è in una situazione di rischio elevato pur avendo dei valori apparentemente solo di poco aumentati che rappresenta il vero problema. Nonostante la letteratura scientifica sia a proposito chiara, nonostante le indicazione della Organizzazione Mondiale della Sanità, ma dei nostri stessi siti ufficiali tipo il Progetto Cuore, la cosa è ignorata.
In questi giorni più conoscenti mi hanno interpellato sui loro valori di colesterolo ritenuti tutto sommato bassi e non preoccupanti (tipo 220-250 mg dl). Apparentemente non preoccupanti, perché se poi guardi le LDL (il colesterolo cattivo) il discorso cambia e non di poco: essi per la prima volta si sono sentito dire: attenzione, io non so se questi valori per te siano banali o no, te lo saprò dire solo dopo attenta valutazione…”. Sono rimasti di stucco. “… ma per così poco?” mi hanno risposto. Sì, per così poco. Per meglio dire: per quel che “sembra” così poco.
Ma anche da un Collega, bravo e colto, pur specialista in altro campo, mi è arrivata una sua frase-messaggio diretta a un paziente”… ma vuoi stare a preoccuparti per un po’ di colesterolo congenito…?” che non è proprio uno scherzo, ignorando fra l’altro, tanto per dirne una, la nota 13 che regola la prescrizione dei farmaci anticolesterolo, la quale mette talmente in evidenza le forme congenito-familiari da consentire la somministrazione di farmaci a carico della “mutua” anche con colesterolo non particolarmente elevato, purché appunto “congenito”!
Mettiamoci poi la disinformazione che viene dalla televisione, anzi i messaggi tranquillizanti!
Stiamo parlando di un problema enormemente importante, tutto sommato semplice da risolvere, eppure.. nulla si muove!