diabetologando

dialogando sul diabete il blog di Ennio Scaldaferri

Eventi: Progetto Prevenzione Obesità e Malattie Cardiometaboliche

Posted on | marzo 11, 2011 | No Comments

Segnalo un evento che si svolgerà il prossimo 31 marzo 2011 a San Polo di Piave e a cui prenderò parte come relatore.

La serata sarà dedicata al tema della prevenzione dell’obesità infantile e adolescenziale e a quello delle malattie cardiometaboliche.

Per saperne di più scarica la locandina dell’evento

Early Diabetes roControl Offers Lasting Benefits: controlliamo subito e bene il diabete. Un lontano ricordo

Posted on | marzo 11, 2011 | 1 Comment

Ma che bella notizia mi arriva oggi dalla newletter dell’ADA: Early Diabetes Control Offers Lasting Benefits, il controllo precoce del diabete assicura netti benefici per il futuro.

L’ADA, American Diabetes Association, è forse la più grande associazione per il diabete con pubblicazione di giornali di grande prestigio scientifico

La maggior parte delle indicazioni che ci vengono dall’ADA vanno tenute in seria considerazione, anche quando  sono sdolo riferite. Annualmente poi, in gennaio, vengono prodotte RACCOMANDAZIONI, vere e proprie linee guide, pubblicate su Diabetes Care, accessibili a tutti (certo, non di facile lettura).

Io ricevo settimanalmente le “news”, cioè quelle notizie recenti che sono molto rilevanti.

Questa settimana c’è quanto ho scritto all’inizio. Cosa significa esattamente? Per controllare il diabete non dobbiamo aspettare anni, perché poi potrebbe non servire: bisogna da subito tenere un buon compenso, perché questo si traduce in grandi benefici per il futuro.

Non ho potuto fare a meno di ricordare un episodio di tanti anni fa, ancora primi anni ’80. Il mio Primario era un grande diabetologo, il dott. Devidè, che mi ha insegnato un sacco di cose. E l’aiuto non era da meno, il Dott. Riva. Quando penso a loro, so di aver avuto alle spalle una grande scuola!

Ebbene, in quegli anni la cura del diabete, rispetto a ora, era approssimativa: essa veniva intensificata quando comparivano le prime complicanze. Un giorno si discutevano, con tutti i colleghi, casi clinici particolari alla luce di alcuni aggiornamenti su cui io avevo riferito dopo una partecipazione ad un congresso diabetologico: e fu allora che scattò una formidabile intuizione: no, non dobbiamo aspettare anche solo le minime complicanze per fare una terapia il più intensiva possibile! Questa si chiamava già da allora “terapia ottimizzata” con dosi multiple di insulina e in quegli anni spaventava letteralmente.

Bisogna farlo da subito. E cambiammo orientamento.

Da allora e per molti anni il nostro Centro per il Diabete si distinse per questa capacità di cura intensa e precoce. Molti ci criticavano (…non conviene al andare al Centro di Treviso, vi tartassano…).

Quanto piacere non provo vedendo ora che l’ADA dice ai diabetologi di fare da subito proprio quello che noi tentammo di fare negli oramai lontani anni ’80?

Evviva quei tartassamenti!

Faccio la dieta, calo di peso, ma colesterolo e diabete restano sballati. Perché?

Posted on | marzo 11, 2011 | No Comments

Perché nonostante il calo di peso e la regolarizzazione dietetica in alcuni casi il coolesterolo resta alto ed il diabete mal compensato? Me lo chiedeva un paziente piuttosto arrabbiato, ma anche sfiduciato per il mancato risultato.

Oggi ci occupiamo del colesterolo, poi parleremo del diabete.

Noi tutti siamo troppo abituati a ragionare sulla base deii valori degli esami di laboratorio, come se essi fossero uno specchio della buona o cattiva salute: poche “stelline”, cioè pochi segnali sul referto di esami fuori norma o esami giusto appena appena fuori? Che bello, BUONA SALUTE. E, naturalmente, viceversa.

Spesso è così, ma non sempre è così.

Colesterolo, Trigliceridi, HDL Colesterolo, LDL Colesterolo sono frazioni lipidiche. Se i loro valori sono fuori norma, allora parliamo di DISLIPIDEMIA. Le alterazione delle frazioni lipidiche possono essere di vario tipo ed entità: possono essere tanto alterate, appena alterate, tutte alterate, solo alcune o solo una. A seconda di come si associano queste alterazioni e a seconda di com’è la situazione familiare avremo un tipo differente di Dislipidemia.

Compito del medico, sia esso il proprio medico di famiglia sia esso uno specialista in malattie metaboliche, è quello di cercare di definire il tipo, come dire “fare diagnosi di tipo di dislipidemia”: e non sempre è l’entità del valore della frazione alterata a indicare il tipo e la gravità della dislipidemia.

Orbene, alcune forme di Dislipidemia si curano con la dieta e l’attività fisica, alcune altre… hai voglia di correre e mangiar poco: le frazioni lipidiche certo migliorano, ma continuano a restare pericolosamente elevate: queste vanno trattate assolutamente con farmaci, pena conseguenze di non poco conto.

Si capisce perché non posso dire solo “ho un po’ di colesterolo alto” o “un po’ di trigliceridi”.  Perché così facendo non so il tipo e quindi non posso decidere il trattamento adeguato per quella forma di alterazione.

Se quindi i valori dei lipidi resistono bellamente alla dieta, al calo di peso e all’attività fisica, vuol dire che quella forma di dislipidemia è “tosta e pericolosa”. Va trattata con farmaci, piaccia o no.

Semplice no?

Detta così è semplice, ma se cliccate su questa immagine e su quest’altra … forse allora vi renderete conto della complessità della cosa.

Schema di dieta o cambio stile di vita?

Posted on | febbraio 24, 2011 | No Comments

Tornarsene a casa dopo una visita medica con un bello schema di dieta è utile o no? Se l’esigenza del paziente è in quel momento avere subito una  lista per orientarsi, se quello è il suo bisogno o se particolari condizioni mediche lo impongono, perché no? E’ più che utile.

E qual è lo schema di dieta più opportuno?

Ogni schema dietetico ha pregi e difetti:  se ad esempio prendiamo la programmazione a menu, uno può concludere, ma che bello, ho una carta davanti, la seguo ciecamente per giorni senza la fatica di dover scegliere e non ci penso più. Vi ha pensato qualche altro. Un impiccio di meno.

Ma questo non pensarci più, quasi un alienarmi dal cibo e ingurgitarlo e basta, è la soluzione?  Perché non ci diciamo che il cibo è una cosa meravigliosa e come tutte le cose preziose dobbiamo farne un buon uso?  Ed allora non potremmo pensare che il paziente va preparato accuratamente a scegliere gli alimenti, quelli che a lui piacciono, a mescolarli fra loro opportunamente secondo il suo gusto per poi cucinarseli a piacere, sapendo le quantità entro cui restare, se non giornalmente almeno settimanalmente?  Una cosa del genere non è una dieta, ma regime alimentare creativo che va rispettato a vita. Ed è indissociabile dal cambio di abitudini. Cioè da nuove scelte.

Il salto di qualità dunque? Una cosa dare una dieta, cioè una lista più meno completa di alimenti o di porzioni, un’altra un percorso clinico completo di valutazione del paziente che gradualmente lo conduca a nuove scelte di vita.

Ma scordatevi che se mangi un cibo un giorno piuttosto che un altro o se lo mangi a pranzo anziché a cena, serva a calar di un grammo, se le calorie introdotte non sono meno di quelle consumate. Questa è magia. Le linee guida ufficiali delle società scientifiche serie, che sono molto semplici, non la includono.

Però lo ammetto, un pizzico di magia… non guasta: ai miracoli ogni tanto fa bene crederci…!

Le diete sono tutte uguali? Che cosa fa la differenza?

Posted on | febbraio 24, 2011 | 3 Comments

No, indubitabile. Le diete non sono tutte uguali.

Ci sono regimi alimentari più favorevoli, più convenienti, più confacenti alle esigenze personali (viaggi, pasti fatti fuori casa, ecc.), più adatti alle eventuali malattie da cui uno sia affetto o che riescono a prevedere una gran varietà di alimenti.

Ci sono diete che sono veri e propri menu, come dire una vera programmazione alimentare per intere settimane.

Non scordiamoci che poi bisogna valutare di quanto deve essere il calo di peso: 4-5 kg? 8-10? 20-30-40? Ci sono malattie associate che prevedono specifiche indicazioni?

Si capisce subito che non è la stessa cosa e che dare una dieta non è consegnare una lista di alimenti da usare, ma un complesso processo medico che va dalla raccolta della storia del paziente personale e familiare, all’esame fisico, completo e accurato, alla valutazione degli esami del sangue e strumentali essenziali, e poi all’ascolto ed ancora ascolto delle sue necessità e delle motivazioni che lo hanno mosso per capire la sua situazione psicologica, lo stile di vita, la voglia/possibilità di cambiamento.

La dieta, allora? Beh, quella, dopo… e si potrebbe scoprire che neanche serva, perché si è già risposto alle esigenze del paziente e che questi abbia capito cosa fare: che gran risultato sarebbe stato allora raggiunto!

Succede nella pratica clinica quanto ho scritto sopra? Io non lo so. Ma così dovrebbe essere. Questo lo so.

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