diabetologando

dialogando sul diabete il blog di Ennio Scaldaferri

Alla ricerca della dieta miracolosa… ma esiste?

Posted on | febbraio 24, 2011 | 3 Comments

Oggi ho visto un mio affezionato paziente che finalmente è riuscito a calare di peso. 

“… Ho trovato una dieta straordinaria grazie alla quale sono calato ben 13-15 kg”- mi ha detto con soddisfazione. “Avevo fatto tante diete, ma questa si che è stata EFFICACISSIMA. Mi sento un altro, il DM va meglio, mi sento leggero, posso camminare, insomma un’altra vita. Ma perché diamine il colesterolo resta alto e il diabete proprio a posto non è?” – soggiunge con un pizzico di  rabbia.

Incuriosito, ho analizzato la dieta.
Beh, ho constatato che si trattava di una comune alimentazione di tipo classico-mediterraneo la cui chiave erano il controllo dell’apporto di condimenti e la restrizione calorica totale: come dire, mangia e condisci di meno.
Se egli avesse guardato nei suoi cassetti di casa ne avrebbe trovato 10 di consimili: sta di fatto che questa ha funzionato, le altre no.

E’ questo il punto da cui partire: “il MIRACOLO”.

Proviamo a ragionare.

Il suo stato migliore di salute deriva dal tipo di dieta fatta?

  • in parte si: l’eliminazione degli eccessi ti fa sta meglio sempre, che si tratti di calorie, o di grassi, o di alcool, o di fatica o stress; se fai una qualsiasi dieta equilibrata ti senti bene;
  • in questo caso, poi, è migliorato anche il diabete e questo comporta di per sé sentirsi meglio;
  • la diminuzione del peso si aggiunge al resto: normalizzando il peso migliora proprio il modo di funzionare dell’organismo, con netto beneficio soggettivo.

E perché la dieta ha funzionato e altre simili no?
Semplice anche questa:

  • perché questa volta l’ha seguita e le altre volte no. Ha mangiato di meno e ne siamo sicuri perché ha pesato i cibi. Ma soprattutto perché tutta la famiglia ha cambiato abitudini e tutti i componenti hanno seguito lo stesso regime, per cui effettivamente le quantità sono state controllate e sono sparite le tentazioni e gli eccessi.  Questa è una condizione base perché uno segua un’alimentazione corretta, non è pensabile che io faccia il certosino e gli altri componenti si abbuffino! La scelta dello stile di vita deve riguardare tutto il gruppo familiare che insieme decide di cambiare abitudini e agisce con solidarietà e reciproco aiuto, anche nel fare attività fisica. Ricordiamoci, ad esempio, che il 17% dei ragazzi obesi o in sovrappeso non hanno entrambi i genitori sovrappeso/obesi, ma nel 34% entrambi i genitori hanno lo stesso problema;
  • quello di mangiare meno e calare di peso era diventato un bisogno personale fortissimo del nostro amico, una vera esigenza e ciò è stato decisivo.

Allora, la dieta miracolosa?
Ma certo che c’è, solo che il miracolo sta nel fatto che sono scattate quelle condizioni e motivazioni che davvero hanno consentito di introdurre meno alimenti del necessario. Con soddisfazione e non con frustrazione.

Eventi: i giovani sportivi del Grifoni Rugby di Oderzo discutono di obesità

Posted on | febbraio 23, 2011 | 5 Comments

La scorsa settimana, grazie ad un’iniziativa del Grifoni Rugby di Oderzo, in collaborazione con il Centro Salus di San Polo di Piave (TV), ho incontrato i familiari dei giovani rugbisti di Oderzo per parlare loro di obesità infantile e adolescenziale.

L’obesità sembra piuttosto diffusa fra questi giovani sportivi, nonostante tre allenamenti settimanali, non propri leggeri… o forse proprio per questo: non è infatti escluso che la convinzione di un grande dispendio di energia porti poi a compensare alimentandosi più del dovuto. Donde una certa preoccupazione sia dei genitori sia degli istruttori…

Ho trovato meritoria questa iniziativa che mi dà, fra l’altro, l’occasione di inserire l’obesità infantile fra gli argomenti di questo blog.

Confesso anche che finora non me ne ero molto interessato: ho dovuto quindi studiare, e non poco, per avere informazioni veramente aggiornate, perché anche in questo campo, come spesso capita in medicina, in giro c’è di tutto.

Va detto che tale iniziativa è davvero meritoria per la dirigenza del Rugby-Oderzo che così si mostra molto attenta alle problematiche dei ragazzi iscritti al circolo. D’altronde il Rugby si distingue per essere un ambiente sano ben lontano degli eccessi di altri sport.

La discussione è stata presentata dal dirigente Andrea Barattin e moderata dal dott. Giorgio Zanardo, Primario Anestesista, già “giovane rugbista”.

Ecco una breve sintesi della serata:

  • la discussione si è svolta interamente sul cercare di dipanare quel sottile filo che lega l’obesità infantile alle malattie cardio-metaboliche dell’adulto con tutte le negative conseguenze di queste.  Per chiarezza mi è toccato dire cose anche spiacevoli e allarmanti: ma l’obesità dei giovanissimi è proprio questo: molto allarmante;
  • il pubblico era attento, interessato e ha seguito con grande attenzione intervenendo spesso;
  • abbiamo discusso della diffusione dell’obesità, delle cause della stessa, delle alterazioni che comporta precocemente e tardivamente, del diabete, della sindrome metabolica e dell’aterosclerosi ecc;
  • abbiamo parlato delle abitudini alimentari di questi giovani, della loro colazione e del che cosa mangiare dopo l’allenamento: vogliono tutti la pasta asciutta, dopo. M’immagino il piacere di mangiarla dopo 2 orette di corse e spintoni. “Ma la pasta non fa ingrassare?” È stato con insistenza chiesto. E perché dovrebbe se essa cade nella quantità di calorie che un ragazzo deve mangiare? Il problema è che bisogna sapere quanta se ne mangia. Ed è questo il punto: nulla viene pesato!
  • il problema più spinoso rilevato? Da non crederci: abbiamo parlato di obesità , ma nessuno sapeva esattamente se il loro ragazzo è in normopeso, in sovrappeso o obeso! “E chi ce lo deve dire?”, mi hanno chiesto alcuni genitori con preoccupazione, il medico di famiglia, il medico sportivo, il pediatra?  Appunto, chi deve dirglielo? Chi deve misurare se un ragazzo è obeso? In che occasione?
    Io aggiungo: quale metodo dobbiamo usare per valutare se un ragazzo è normo-ponderale o no? Già, perché quello che ho appreso preparando la conversazione è che va usato il BMI come per gli adulti, ma poi il valore va interpretato diversamente in quanto va confrontato con le tabelle dei percentili: ed a seconda della tabella che usi, puoi dichiarare un ragazzo sovrappeso o obeso o normale..! Basta mettersi d’accordo, mi direte.
    Beh, ho fatto una veloce indagine: può capitare che in strutture sanitarie diverse si usino criteri diversi (cioè tabelle diverse). Con interpretazioni risultati ovviamente diverse. Bello, no?

Per leggere le diapositive presentate durante l’incontro clicca qui.

Un paziente mi ha scritto. Mi aiutate a rispondere?

Posted on | febbraio 11, 2011 | 4 Comments

Ho accennato già in altri post al concetto di dislipidemia e invito a leggere anche le schede illustrative che ho preparato.

Oggi non aggiungo nulla io. Vi mostro solo una riga di una e mail che ho ricevuto:

“Caro Dottore, [...] pressione sempre ok, colesterolo e trigliceridi misurati in farmacia due volte nelle ultime settimane con valori sempre inferiori a 200 per il colesterolo e leggermente superiori a 155 per i Trigliceridi. Mi sembra abbastanza bene o sbaglio?….”

C’è qualcuno che può aiutarmi a rispondere al nostro paziente? Lo rassicuro o no?

Dislipidemia borderline: ancora una precisazione.

Posted on | gennaio 31, 2011 | 8 Comments

Ho accennato a quanta confusione può generare un termine usato impropriamente in medicina.

Sarebbe bene, perciò, dare un’occhiata alle Schede mediche di questo Blog. Alcune di esse sono proprio dedicate al colesterolo, ai trigliceridi, ai lipidi o grassi e lì si trovano le informazioni che bisogna avere, che tutti dovremmo avere.

Rivediamo ora l’uso del termine borderline. In medicina esso viene riferito a qualche alterazione che non è ancora del tutto manifesta. Insomma, c’è e non c’è. Si usa molto per indicare i valori di pressione del sangue, quando li troviamo una volta appena sopra i valori normali e la volta dopo invece proprio giusti.

Attenzione, non è l’ “IPERTENSIONE”, intesa come alterazione patologica, che è borderline: sono i valori della pressione ad essere borderline, come dire talvolta un po’ alti e talaltra normali.

E per la DISLIPIDEMIA? Con questo termini indichiamo un’alterazione dei lipidi (grassi) del sangue dovuta a cause varie, spesso genetiche, che comporta valori anomali di alcune delle varie frazioni lipidiche – quali il colesterolo totale o il colesterolo buono (HDL) o quello cattivo (LDL) – e che può avere gravi conseguenze per la salute di chi ne sia affetto.

E’ compito del medico, con attenta valutazione, dire se quel paziente ha o non ha una dislipidemia: se questa c’è, allora va ad essa data un nome preciso, va definita, “qualificata”. Se non c’è, il discorso è chiuso.

Se c’è, le frazioni lipidiche possono essere variamente alterate: possono essere molto alte, solo alte, o anche borderline alte ecc. Ma il termine borderline lo usiamo per indicare solo un certo valore delle frazioni, non per definire la dislipidemia. Così, il colesterolo totale è borderline alto quando è fra valori di 200 e 239 mg dl.

Attenzione, però, attenzione ed ancora attenzione per favore: dire che il colesterolo è borderline alto (valori tutto sommato appena alti) sul piano della sua pericolosità per la salute delle nostre arterie non significa proprio niente.
Ma è importante:

  1. conoscere il tipo di dislipidemia, che può essere più o meno aterogena, cioè pericolosa per cuore e arterie e cervello;
  2. conoscere la coesistenza o meno di alterazioni di altre frazioni lipidiche;
  3. conoscere il numero di fattori di rischio che una persona ha.

Vedete quante implicazioni? Vogliamo fare un esempio? Beh, la prossima volta esemplificheremo. Intanto pensiamoci…

Diabete Gestazionale: solo preoccupazione o problema da affrontare con tranquillità?

Posted on | gennaio 26, 2011 | No Comments

Ho dedicato uno specifico spazio al Diabete Gestazionale (GDM) perché riveste un ruolo davvero importante sia per la madre che per il bambino. Nella mia carriera ospedaliera ho dedicato ad esso molto spazio e molto tempo, come giusto che fosse, tempo che continuo a dedicare.

I motivi sono i seguenti:

  • è una patologia che può avere conseguenze gravose sia per la MADRE CHE PER IL BAMBINO;
  • la diagnosi, in mani esperte ed avvedute, è relativamente semplice;
  • la terapia non solo è possibile, ma è praticamente risolutiva ed evita guai.

Ho notato negli anni che il GDM viene spesso sottovalutato, che la diagnosi viene ritardata e che poi la terapia, che comporta indubbiamente un certo impegno da parte della gestante, non viene tempestivamente intrapresa perche’ scatta il famoso adagio ”… ma poverina, aspettiamo un po’…”; quando finalmente ci si decide a curare il GDM il tempo perduto non lo si guadagna, con conseguenze negative sia per la madre sia per il nascituro.

Fissiamoci a mente due punti: la diagnosi e la terapia devono essere tempestive.

Sottolineo alcuni altri aspetti:

  1. VERO! i criteri di valutazione sono cambiati del tutto nel corso dell’anno 2010, ma non tutte le strutture sanitarie si sono a tutt’oggi adeguate, laboratori compresi;
  2. VERO! le informazioni che si reperiscono in internet non sempre sono aggiornate alle recenti linee guida;
  3. FALSO! per la diagnosi di GDM bisogna fare il minicarico o la curva da carico secondo Carpenter;
  4. FALSO! se il diabete gestazionale è lieve basta far la dieta e che questa può essere di 1200 calorie con pochi carboidrati: affermazioni queste che lasciano il tempo che trovano;
  5. FALSO! i primi controlli vanno eseguiti dopo 15 giorni dopo la diagnosi di GDM;
  6. e si potrebbe continuare…

Nella scheda medica descrivo le cause che portano al GDM, quali sono le conseguenze, come si cura, il tipo di dieta, gli esami da fare per la diagnosi, i problemi di laboratorio, i limiti entro cui mantenere la glicemia, sia a digiuno sia dopo pasto, che cosa bisogna fare dopo il parto; inoltre ho inserito una breve descrizione dei grandi studi che hanno portato alle nuove linee guida (Hapo Study pubblicato su New England Journal of Medicine).

E poi, accanto alla spinta a fare bene, troverete… rassicurazione. Chiedetemi ciò che non vi pare chiaro.

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